mercoledì 28 gennaio 2015

Itinerari d'arte - Lettere a Theo - La storia di Icaro e i libri da bruciare

Caro Theo,
eccoti di nuovo qualche riga, per rallegrare me stesso oltre che te. Ti ho consigliato di distruggerei tuoi libri e te lo consiglio ancora: vedrai, ti darà riposo. Tuttavia, bada a non diventare di mente ristretta fino a temere di leggere libri ben scritti; al contrario, la buona lettura è un conforto nella vita. “Vi sono cose vere, oneste, giuste, belle e meritorie; peste a queste cose periodare e per essere virtuosi”.
Cerca la luce e la libertà e non meditare troppo sui mali della vita. Come vorrei averti qui per poterti mostrare il Louvre e il Luxembourg! Ma penso che anche tu finirai per essere trasferito a Parigi.
Una volta, papà mi scrisse: “Non dimenticare la storia di Icaro, che volle volare fino al sole e, dopo essere arrivato a una certa altezza, perse le ali e precipitò in mare”. Anche tu sentirai spesso che noi due non siamo ancora quello che speriamo di diventare un giorno, che siamo ancora molto al disotto di papà e di altri, che manchiamo di stabilità, semplicità e sincerità. Non si può diventare semplici e veri in un solo giorno. Perseveriamo dunque, e soprattutto, abbiamo pazienza; quelli che credono non si affrettano. Comunque, c’è una differenza fra il nostro desiderio di diventare veri cristiani e quello di Icaro di raggiungere il sole. Non credo ci sia alcun male nel dedicare al corpo una certa cura affinché sia relativamente forte. Bada a nutrirti bene e quando hai molta fame soddisfala. Ti assicuro che anch’io faccio spesso così e che l’ho sempre fatto i passato. Nutriti specialmente di pane, figliolo. “Il pane è il bastone della vita” dicono gli inglese (sebbene amino molto anche la carne e, in generale, ne consumino eccessivamente).
Scrivimi presto, raccontandomi anche della tua vita di ogni giorno. Fatti coraggio e salutami chiunque chieda di me; entro un mese o due spero che ci potremo vedere. Una forte stretta di mano.

Tuo affezionato fratello, Vincent

Con questa lettera di Vincent che parla anche di aspirazioni, dell'eterna tensione all'infinito che l'uomo, in quanto Icaro, possiede naturalmente, grazie a quella lontana eredità delle filosofie romantiche, che viene a bussarci ogni giorno alla porta, auguro a voi - e soprattutto "ai giovani" di cui faccio parte - di farsi coraggio. Perché come Vincent, nonostante tutto, è riuscito a lasciarci la sua essenza nelle tele che ha dipinto, così noi potremo certamente raggiungere quell'infinito, quel sogno tanto vagheggiato, così da renderlo concreto.
A questo proposito sto anche leggendo Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa di Mario Calabresi, ve ne parlerò.
Ora mi regalo una dolce merenda con la mia amica Marieliz e poi di corsa all'appuntamento con le altre bookeaters all'Appartamento Lago Brera!

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